Ricerca libera
08-12-2021
Psicologia dello sport, mental coach e performance sportiva
Grandi testimonianze e spiegazioni socio-psicologiche riguardo la necessità di esprimere le proprie debolezze contro competizione sfrenata e richieste di eccellenza nella performance e likes sociali e
"Ho a che fare con i demoni nella mia testa. Dobbiamo proteggere le nostre menti e i nostri corpi, non solo fare quello che il mondo vuole da noi. Così Simon Biles ha squarciato il silenzio che spesso ricade sulle questioni che interessano la salute mentale, salutando le Olimpiadi di Tokyo 2020. Anche un altro mito del nuoto, Michael Phelps, non da giocatore ma da supporter, è tornato sul tema della salute mentale nello sport agonistico: "La vera forza - ha detto - è ammettere la propria vulnerabilità. Non è una vergogna essere depressi". E già Federica Pellegrini, dopo l`oro olimpico a Pechino 2008, spiegava: "Ho avuto una crisi d` ansia e ho preferito rinunciare. Andai così forte che pensavo di morire. [...] il problema è nella testa, dovrò parlarne con il mio psicologo [...] ma ne uscirò" E non ultima la leggenda Jacobs: "ho accettato di lavorare in profondità sulle mie paure e sui miei fantasmi. Non è stato facile: c`è una parte intima che non vogliamo mostrare nemmeno a noi stessi." Un peso in meno sul cuore, una forza ed una consapevolezza in più assieme ad una crescita esponenziale che lo hanno portato sul tetto del mondo dell`atletica leggera.